Si può fare

Il pensiero del don

Mi sento in dovere di fare qualche riflessione su quell’atroce delitto che questa mattina ha svegliato molti italiani e che ancora ci si fanno tanti perché non ultimo, perché così tanta violenza su una persona già piena di sofferenza e dolore?

Questo fenomeno della dipendenza dalle sostanze psicotrope ormai non fa più notizia se non perché, appunto, ogni tanto sorgono situazioni come quella di oggi. Ci arrabbiamo, facciamo subito giudizi o meglio pregiudizi e poi passata l’emozione del momento tutto torna come prima e si aspetta la prossima vittima.

Non si può continuare ad aspettare che qualcuno perda la vita per poi fare le nostre riflessioni senza sporcarci le mani del dolore di cui queste persone sono schiacciate. Tante volte ho fatto questa affermazione: “Che il problema di una persona diventi problema di tutti, soprattutto in questi casi, o vuol dire che il problema poco ci importa.

Un altro problema che sto vivendo anche in questi giorni in cui incontro parecchi giovani, magari accompagnati dai loro genitori perché preoccupati da una condotta strana dei loro figli, è che di fronte ad un problema-disagio vorrebbero che il problema si risolvesse nel giro di poco tempo, magari anche solo dopo una chiacchierata con me, non è proprio così perché sappiamo tutti che quando abbiamo una sofferenza morale-etica-spirituale, bisogna avere la pazienza nell’andare alla ricerca del perché si è arrivati a questo traguardo.

Pamela alla ricerca del superamento del suo dolore forse non ha incontrato le persone giuste che l’hanno accolta nella sua angoscia e anzi forse se ne sono approfittate della fragilità per umiliarla ancora di più. 

Comunque, non siamo qui per giudicare nessuno ma per coscentizzarci del problema delle dipendenze da qualsiasi sostanza o pensiero, comportamenti come questi sono sempre una richiesta di aiuto da parte della persona e che ognuno di noi deve avere tanta attenzione verso coloro che vivono situazioni di marginalità e che ogni loro gesto è una richiesta di aiuto.

Certo che per fare questo bisogna conoscere, sapere, informarsi e mai stare solo alla finestra a piangere per quello che capita ma proviamo a scendere sulla strada e sporcarci le mani della sofferenza e del dolore di questi nostri figli che nel bello della loro giovinezza sono sempre alla ricerca della felicità vera, come del resto tutti noi.

Pamela se ne è andata lasciando un testamento che è denuncia per una società dove ciò che conta è apparire e che per apparire devi rinunciare ad essere te stessa. Il testamento spero ci faccia pensare un po' di più alla bellezza della vita-dono di Dio, alla bellezza di stare con gli amici, alla bellezza di sentirsi apprezzati dagli adulti e stimati dalle persone che ci conoscono, alla bellezza del non perdere mai nessuna occasione per lottare per qualcosa che rende la vita di ognuno di noi un vero incontro con gli altri.

Pamela chiude la sua faticosa vita scrivendo “Tutti dipendiamo da qualcosa che ci fa dimenticare dolore e angoscia”; noi vogliamo ricordarci che è fondamentale affrontare dolore e angoscia nella propria esistenza con il coraggio di chi ha davanti a se tutta la vita e che purtroppo forse non ha trovato nessuno che l’ha aiutata a sorridere.