Si può fare

Rogoredo

Il boschetto di Rogoredo appare come un luogo molto lontano da noi, uno spazio di sofferenza così distante dal nostro sguardo che, purtroppo, siamo portati a girarlo dalla parte opposta perché “non ci riguarda”.  Non è così. La sofferenza dei ragazzi e delle ragazze che frequentano quel posto è inevitabilmente la nostra sofferenza, la lontananza fisica non ci può esimere da una vicinanza umana ed il grido di dolore che sia alza non può rimanere vuoto. Non possiamo pensare che quel luogo, “così lontano”, non debba rimanere “così lontano” perché, forse, i nostri giovani non li frequentano.

Ogni giorno in quel luogo si consuma il degrado umano, ragazzine che si prostituiscono per una dose, ragazzini che vendono ogni bene per pochi grammi di felicità effimera, esseri umani che vendono l’anima al diavolo certi di raggiungere un falso eden fatto di leggerezza.

No. Noi non ci stiamo e siamo a gridare al nostro territorio che non ci stiamo. Rogoredo non è poi così lontano perché molti degli spacciatori locali si riforniscono in quel luogo dove la vita umana vale pochi euro.

Sarebbe troppo semplice e poco costruttivo chiedere perché si è arrivati alla situazione attuale, ormai è troppo tardi fermarsi a riflettere su queste mancanze, occorre investire le proprie energie su progetti costruttivi.

Rogoredo ha bisogno di una risposta collettiva che deve unire le istituzioni pubbliche, il terzo settore e semplici cittadini affinché un luogo di sofferenza possa divenire uno spazio di interazione e di esempio positivo.

La Si Può Fare Cooperativa Sociale Onlus farà la sua parte grazie all’azione della Federazione Com.E.